Essere presenti: cavallo vs. uomo


    I cavalli vivono solo e soltanto nel presente. Non conoscono il passato ne il futuro. Sanno se fa buio o se c’è luce, se è estate o inverno. I cavalli non si preoccupano mai di essere in ritardo. Sono dei MAESTRI del vivere nel presente.
    L’uomo invece vive raramente nel momento presente e i suoi pensieri sono spesso rivolti al passato o al futuro. È questo il primo distacco che si crea nel rapporto con il cavallo. Se siamo nel qui e nell’ora ci avviciniamo al nostro cavallo, ci poniamo al suo stesso livello, favorendo la connessione e la relazione con lui. Il cavallo percepisce immediatamente se siamo “con lui” o se siamo “altrove”, lo percepisce dal nostro corpo.
    Inoltre pensare al passato può portare a galla varie emozioni, mentre pensare al futuro può creare ansia, paura e preoccupazione. Le emozioni umane non vengono espresse soltanto con il linguaggio verbale, ma anche attraverso il linguaggio corporeo che viene perfettamente letto/capito/percepito dal cavallo.
    “Se il mio cavaliere è ansioso, forse dovrei esserlo anch’io. Forse sarei più al sicuro se chiedessi al mio cavaliere di scendere (leggi: se lo buttassi giù) , così potrei correre il più velocemente possibile e il più lontano possibile per mettermi in salvo”.
    L’essere nel qui e nell’ora con il cavallo ci porta a rapportarci con lui in sicurezza, ad evitare che interpreti in modo sbagliato i nostri messaggi e la nostra comunicazione non verbale, ad essere quindi più efficaci nel lavoro svolto assieme, ad ottenere risultati più velocemente, a non avere aspettative o preoccupazioni, ma soprattutto a goderci il tempo che trascorriamo con lui, rendendolo piacevole e divertente.